La giustizia in Italia by Carlo Guarnieri

autore:Carlo, Guarnieri [Guarnieri, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Farsi un'idea
ISBN: 9788815304216
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2011-10-14T22:00:00+00:00

FIG. 2. I riti alternativi nel processo penale (primo grado).

La richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero viene esaminata dal Gup alla presenza delle parti, e quindi anche dell’accusato assistito dal suo avvocato. Il giudice può accettare la richiesta dell’accusa o decidere altrimenti con una sentenza di «non luogo a procedere», anche se in pratica la prima evenienza sembra molto più probabile della seconda.

Come sopra accennato, le richieste di archiviazione o di rinvio a giudizio non sono l’unico esito delle indagini preliminari. Esiste anche la possibilità di ricorrere ai cosiddetti riti alternativi, cioè a procedimenti semplificati. Essi sono di diverso tipo (vedi fig. 2). Vi sono innanzitutto delle procedure che mirano a eliminare il dibattimento, arrivando a una decisione già nell’udienza preliminare. Il giudizio abbreviato consiste infatti nell’affidare al Gup la decisione sulla base degli elementi presenti nel fascicolo processuale, integrati eventualmente secondo le richieste dell’accusato. Deve essere richiesto dall’accusato e prevede, in caso di condanna, uno sconto di un terzo sulla pena. L’applicazione della pena su richiesta delle parti, detta anche patteggiamento, consiste nella richiesta congiunta delle parti di erogare una determinata pena che, tenuto conto delle circostanze attenuanti e dell’ulteriore riduzione fino a un terzo, non deve superare i cinque anni. La richiesta può essere fatta fino al momento in cui si apre il dibattimento. Altre procedure invece saltano l’udienza preliminare per arrivare direttamente al dibattimento. Il giudizio direttissimo consiste appunto nella possibilità per il pubblico ministero – a certe condizioni: arresto in flagranza, confessione – di richiedere che l’accusato sia direttamente tradotto in dibattimento. Anche nel giudizio immediato il pubblico ministero può richiedere al Gip che l’udienza preliminare venga eliminata e che si passi al dibattimento, a condizione che l’accusato sia stato interrogato e che la prova sia evidente. Infine, nel procedimento per decreto, il pubblico ministero, se ritiene che si debba applicare una semplice pena pecuniaria, richiede al Gip l’emissione di un decreto di condanna, contro il quale l’accusato può eventualmente opporsi. Simile è il procedimento dell’oblazione (riservato ai soli reati contravvenzionali): in questo caso l’accusato, prima del giudizio o del decreto di condanna, è autorizzato dal giudice a pagare un’ammenda forfetaria che porta alla conclusione del procedimento.

Tutti i procedimenti alternativi – introdotti soprattutto con la riforma del 1988 – hanno come obiettivo quello di ridurre il numero dei procedimenti destinati al dibattimento. Infatti, anche sull’esempio degli Stati Uniti, si riteneva che il nuovo processo penale, basato sui principi dell’oralità e dell’immediatezza, ma anche su un rafforzamento delle garanzie dell’accusato, avrebbe potuto funzionare con un grado accettabile di efficacia solo se gran parte dei casi fosse stata definita in modo semplificato, senza arrivare al dibattimento. Da qui l’introduzione dei riti alternativi che si basano su una procedura semplificata cui corrisponde la possibilità per l’imputato di ottenere sostanziosi sconti di pena. Nella realtà, non sembra che, almeno fino a oggi, questa possibilità sia stata colta da molti imputati: attualmente si stima che i riti alternativi non riguardino più del 50% dell’insieme dei procedimenti, con forti variazioni tra un distretto e l’altro.

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